1 — IL VINCITORE
Paolo Brescia (OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi) – capogruppo
Michel Desvigne (Michel Desvigne Paysagiste)
Alberto Romeo (Intertecno)
con Tommaso Principi (OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi), Elisa Siffredi (OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi), Enrico Ferraris (Michel Desvigne Paysagiste), Massimiliano Marzo (Intertecno)
“Il parco presenta una composizione vegetale e minerale elaborata a partire dall’interpretazione plastica di una cartografia particolare. Le viste aeree di Prato, che mostrano un susseguirsi di vegetazione e fabbricati, sono decriptatate, sovrapposte, elaborate. Noi ne estraiamo i ritmi e il motivo geometrico che riorganizza la materia della città; queste servono come matrice per immaginare il possibile paesaggio del parco […].”
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2 — il secondo classificato
Ferdinand Ludwig (Baubotanik) – capogruppo
Daniel Schönle
Markus Allman (Allmann Sattler Wappner)
Carlo Scoccianti
con Lukasz Lendzinski (Umschichten), Peter Weigand, Sergio Sanna, Bernhard Scharf (green4cities)
“Lo “skyline” di Prato è caratterizzato da una serie diversa di „picchi“, o edifici alti. All’interno delle mura medievali, torri storiche e altri edifici importanti sono molto di usi; all’esterno, ciminiere e torri dell’acqua rappresentano la città industriale. La proposta di progetto aggiunge torri “viventi” emblematiche a questo orizzonte che rappresenta la profonda trasformazione socio-culturale- economica che Prato sta vivendo. Le torri, con i loro nuclei in cemento armato – rimanenze del vecchio ospedale – e le strutture rampicanti viventi, uniscono passato e futuro […].”
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3 – terzi a pari merito
Benedetta Tagliabue (EMBT | Enric Miralles – Benedetta Tagliabue) – capogruppo
con Matteo Francesco Ruta (Politecnico di Milano, Dipartimento ABC), Gabriele Masera (Politecnico di Milano, Dipartimento ABC)
“Abbiamo fatto un viaggio nel passato della città e abbiamo studiato le possibilità e gli usi storici e contemporanei dei tessuti e dei giardini, trame e canali che anticamente modellavano la geografia dell’area di progetto e alimentavano le fabbriche tessili. Abbiamo trasformato questi elementi del passato come se fossero dei tagli di tessuto uniti a comporre dei capi di abbigliamento, portando a tessere gli elementi del progetto in un modo nuovo, per il Parco Centrale di Prato. Abbiamo recuperato il percorso originale del vecchio canale che aveva un uso industriale, per trasformarlo in un elemento centrale del parco di servire degli utenti, cittadini e visitatori. Questo canale ripartisce, suddivide, le zone del P arco, come un lo che tesse un paesaggio naturale e si collega con l’area urbana di Prato […]”
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Emanuele Barili – capogruppo
Alejandro Aravena (ELEMENTAL)
Gonzalo Arteaga Rozas (ELEMENTAL)
Cosimo Balestri
Teresa Moller (Teresa Moller Landscape Studio)
con Olivia Gori, Mattia Di Carlo, Knut Stockhusen
“Il Parco si pone come obbiettivo quello di ricucire un pezzo di città tra dentro e fuori le mura. Per far questo si è ritenuto interessante, nell’ottica di un progetto di rammendo, mettere in luce ciò che già c’è. La ricca na- tura e la diversità già presenti nell’area, la storia del luogo ed il suo sistema culturale, l’antica memoria della presenza degli orti, sono gli ingredienti scelti per progettare il parco, rivelando così uno spazio di incontro per tutta la comunità […]”.
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4 – quarti a pari merito
Rients Dijkstra (MAXWAN ARCHITECTS + URBANISTS) – capogruppo
con Franca Maria Luisa Neonato (PN STUDIO)
“Il Parco centrale di Prato non sarà soltanto un parco urbano. È stato immaginato come una sottile tela preziosa intrecciata da tanti fili: il paesaggio, le culture, le attività, la storia e la contemporaneità. Il parco è pensato per accogliere persone di ogni età ed etnia, ora e in futuro, e per diventare il nuovo luogo di incontro della città di Prato. Questo straordinario spazio di oltre 3 ha nel centro città costituisce di fatto una grande occasione per ricucire, rammendare e ricamare nuove trame urbane. […]”.
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Massimo Alvisi (Alvisi Kirimoto) – capogruppo
Petra Blaisse (Inside Outside)
Maurizio Milan (Milan Ingegneria)
Alessio Montanari
con Giampiero Aresi, Aniello Camarca, Eloisa Susanna
“Con il progetto per il nuovo Parco Centrale di Prato si vuole realizzare un organismo produttivo -Textile City Park- che inviti tutti gli abitanti e i visitatori a conoscere la produzione tessile e, nello specifico, che offra indicazioni sulla tipologia e la quantità di piante e animali che forniscono gli elementi per la produzione di fibre tessili e tinte naturali. Ogni nuovo impianto all’interno del parco avrà delle relazioni con la produzione tessile, ma anche con il Museo del Tessuto e in generale con la ricca attività artistica della città espandendo la visione produttiva a quella divulgativa e creativa […]”.
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Martino Tattara (Dogma) – capogruppo
Pier Vittorio Aureli (Dogma)
Luciano Aletta (Dogma)
Paolo Rigoni (StudioSilva)
Marco Sassatelli (StudioSilva)
con Elia Zenghelis
“Con il nostro progetto suggeriamo di rivisitare il tema del giardino facendo diventare il parco una sequenza di giardini sempre diversi. Evocare il tema del giardino non vuol dire andare a ritroso nella storia ma al contrario procedere in avanti superando l’idea del parco come spazio di contemplazione passiva della natura a favore del parco come spazio di diversità, condivisione e solidarietà tra gli abitanti. Come nel giardino medievale, il giardino contemporaneo può essere uno spazio fatto di ‘stanze’ diverse, in continua trasformazione, e le cui forme vegetali e minerali risentono del modo in cui i pratesi decidono di interpretarle. Il progetto che proponiamo per il Parco Centrale di Prato deve essere inteso come un primo tracciato, il cui scopo è stabilire un ritmo che dia forma nel tempo a venire a situazioni diverse e impreviste […]”.
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5 – quinti a pari merito
Dominique Jakob (Jakob + MacFarlane Architects) – capogruppo
Pablo Georgieff (Coloco)
Laura Gatti
con Francesca Borrelli
“Questo progetto è un’occasione imperdibile di trasformazione urbana e paesaggistica in una delle più importanti città dell’Italia centrale, in un contesto urbano e paesaggistico di assoluto valore. A questo punto della storia dell’umanità su questo pianeta, la relazione fra l’uomo e la natura sembrerebbe più che collaudata. Lo spazio di un parco non è fatto solo di fondamentali, ma è altamente simbolico del nostro modo di vivere e di lavorare con e dentro la natura. Per cercare di rispondere a questo progetto, dunque, il nostro gruppo di progetto ha ritenuto indispensabile ritornare sulla definizione di questo rapporto, per proporre un modo di concepire un progetto vivente ed evolutivo, […]”.
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Roberto Pasini (AUS pasini ranieri) – capogruppo
Kongjian Yu (TURENSCAPE)
Giovanni Grappeggia (Studio Verde)
Marco Francia, Deris Ortali (Eltec)
Andrea Ranieri (AUS pasini ranieri)
Matteo Giulianelli
“Il cibo mette insieme persone diverse per età, estrazione, credo e cultura. La cucina è il luogo che raccoglie la famiglia, un gruppo di amici o persone sconosciute che lì si conoscono. Il Parco Centrale di Prato è pensato come una Cucina Aperta che raccoglie i giovani e gli anziani, le donne e gli uomini, le diverse culture, le nazioni e le etnie. La grande varietà di prodotti agricoli coltivata nel parco è da questi socialmente processata, cucinata, ceduta o condivisa e anche dibattuta e celebrata. […]”.
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Dan Dorell (DORELL.GHOTMEH.TANE/ARCHITECTS) – capogruppo
Lina Ghotmeh (DORELL.GHOTMEH.TANE/ARCHITECTS)
Tsuyoshi Tane (DORELL.GHOTMEH.TANE/ARCHITECTS)
Franck Boutté (FRANCK BOUTTÉ CONSULTANTS)
Klaas De Rycke (BOLLINGER + GROHMANN)
Simone Murr (BOLLINGER + GROHMANN)
Laure Vandeputte (BOLLINGER + GROHMANN)
Gabriel Auger (BOLLINGER + GROHMANN)
con Marco Tosato, Leonardo Oprandi
“Il Parco Centrale di Prato riveste un importanza strategica fondamentale per la città. Per la sua posizione si configura infatti come nuova porta di accesso al centro storico da sud, ricucendo ambiti nettamente separati dalle mura. Un’area verde permeabile, aperta a tutti, in ogni momento della giornata e dell’anno. L’intervento si carica inoltre delle aspettative di rilancio dell’intera città, e dovrà contribuire allo sviluppo socio-economico del centro, potenziare l’attrattività turistica e rispondere ai più avanzati requisiti in tema di sostenibilità ed accessibilità. Il massimo sfruttamento delle risorse già presenti nel sito è apparsa come strategia da perseguire […]”.
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